San Pantaleone di Limbadi

La VITA
Il tempo in cui visse il grande Martire va ricercato tra la seconda metà del Duecento e la prima metà del Trecento dopo Cristo, periodo dominato dal paganesimo e dal cristianesimo.
San Pantaleone nacque a Nicomedia, capitale della provincia romana di Bitinia e città ricca di attività culturali e scientifiche, in particolare molte prestigiose scuole di medicina.
Pantaleone è un giovane cristiano, un convertito a Cristo, un medico di Nicomedia nel palazzo dell'imperatore, e di fede, nei tempi difficili della persecuzione contro i cristiani.
Nicomedia (oggi città di JZMID), uno dei centri più importanti della Turchia, che dopo atroci tormenti subì la decapitazione il 27 luglio dell’anno 305, sotto l’Imperatore Diocleziano.
 
Figlio del pagano Eustorgio, uomo molto ricco di Nicomedia, e di Eubula, che lo educò al Cristianesimo: successivamente, si era allontanato dalla religione ed aveva studiato medicina, arrivando a diventare medico di Galerio, ritornò al Cristianesimo grazie al prete Ermolao.
Pantaleone esercitava la sua professione medica nella città secondo una scelta ben precisa: era uno dei medici che esercitavano la professione senza compenso in denaro, mentre altri la esercitavano dietro compenso economico, da quì nacque le invidie dei suoi colleghi.
L'imperatore Massimiano, che aveva scelto di risiedere a Nicomedia, dispose che Pantaleone diventasse medico di corte, addirittura prima di aver completato gli studi.
 
La sua fede cristiana si concretizzò tornando un giorno dal palazzo imperiale a casa, accadde al giovane medico di imbattersi in un ragazzo che giaceva morto sulla strada dopo essere stato morso da un serpente, qui vi recitò "  "Signore Gesù Cristo, se son degno di essere chiamato tuo servo, fai risorgere questo fanciullo e fai morire l'animale" e davanti ai suoi occhi avvenne il miracolo: ritornò a vita il ragazzo e morì il serpente, da quì nacque il desiderio di Battezzarsi in nome di Gesù Cristo, cose che fece nonostante a Nicomedia i cristiani erano ferocemente torturati, visto il miracolo, si recò da Ermelao chiedendogli il Battesimo, Il sacerdote lo tenne con sé per sette giorni, iniziandolo a tutti i misteri della fede.
Un altro miracolo, sulla strada di Pantaleone, fù la guarigione di un cieco sotto gli occhi del padre, fu un'altra volta il segno di un intervento divino per smuovere la forte volontà di Eustorgio (suo padre) che volle anch'esso battezzato...
 
La madre morì mentre Pantaleone era bambino, ma a lei si deve il primo insegnamento cristiano del giovane, il padre morì anni dopo, alla morte di esso Pantaleone entrò quindi in possesso di una grande fortuna familiare e di schiavi..., ma l'insegnamento di Gesù lo portò a vendere tutto, distribuirlo ai poveri, liberò gli schiavi e diede loro sufficiente quantità di denaro; poi si mise a visitare i carcerati e gli infermi, a proteggere i perseguitati, esercitava la professione medica in modo gratuito, dimostrando in questa azione caritativa una grande crescita cristiana, suscitando clamore tra il popolo e molta invidia tra gli altri dottori, che ben presto spinti dall'invidia, lo denunciarono all'imperatore, in quanto Pantaleone esercitava senza compenso, così facendo molte persone si facevano curare da lui a scapito degli altri...fu inoltre accusato di essere Cristiano.
 
Massimiano il nuovo capo di Nicomedia dapprima cercò di risparmiarlo e di persuaderlo ad diventare pagano, in vari modi offrendogli denaro, lavoro a corte, onori, poi gli chiese una prova della sua fedeltà, quella di compiere un sacrificio agli dei pagani.
 
Pantaleone, però, confessò la sua fede cristiana, rifiutò gli dei, pertanto ai piaceri, alle ricchezze passeggere, preferì la fede in Gesù Cristo.
Posto di fronte al drammatico dilemma o rinnegare la propria fede o morire, Pantaleone non ebbe un attimo di incertezza e di esitazione: preferì la fede in Cristo..
 
Per questo fù oggetto di vari torture che però non ebbero successo in quanto la consolazione in Cristo lo rendeva immune a tutte le sofferenze...
Da quì una ultima concessione quella della guarigione di un paralitico, tale miracolo, invece di calmare Massimiano, lo esasperò ancora di più, tanto da farlo ricorrere a pene più terribili che di solito erano applicate a chi era contro l'impero Romano.
Fu fatto spogliare nella piazza, legato ad un legno e lacerato con unghie di ferro; gli furono squarciate le carni e bruciate col fuoco; Condannato al rogo, le fiamme si spensero; immerso nel piombo fuso, il piombo si raffreddò; fu gettato in mare con una pietra legata al collo, ma il masso prese a galleggiare; condannato ha lottare con belve feroci esso invece si mise a giocare con esse: legato ad una ruota, le corde si spezzarono e la ruota andò in frantumi, infine arpionato da uncini avvelenati. Ma niente, perchè appena Pantaleone chiamava Gesù, esso sottoforma del prete Ermelao lo liberava di ogni persecuzione, dicendogli: "quando Dio ti è vicino, non devi temere nulla".
A questo punto Massimiano volle chi profetizzò Pantaleone,  ossia il prete Ermolano per ucciderlo.
Ma Dio assistette i suoi servi, e una scossa di terremoto manifestò la sua presenza e la sua potenza, Pantaleone minacciò un'altra punizione da parte di Dio, la caduta degli idoli, segno della vittoria della fede cristiana sui segni del paganesimo, e ciò realmente avvenne.
Si tentò anche di decapitarlo, ma la spada si piegò e gli aguzzini si convertirono. 
Nel momento culminante del martirio; una voce risuonò dall'alto: "Non sarai chiamato più Pantaleone, ma il tuo nome sarà Panteleimone" il che significa "il misericordioso, colui che ha pietà di tutti";
 
Solo alla fine, quando Pantaleone diede il suo consenso, con un gesto che difficilmente tanti cristiani imitano, Pantaleone pregò insistentemente i soldati perché compissero, anche contro volontà, il loro dovere di colpirlo con la spada secondo gli ordini ricevuti.
I soldati quindi si fecero avanti e, dopo aver baciato le sue membra, lo colpirono, gli fu tagliata la testa.
Ma Dio volle che ci fosse un ultimo grande miracolo, che ancora si rinnova ai giorni nostri. L'ascia del carnefice, usata per la decapitazione, divenne molle come se fosse di cera e dal suo corpo esanime sgorgò latte misto a sangue.
L'albero di ulivo, cui il Santo giaceva, rinverdì all'istante e si coprì di frutti, mentre i fedeli presenti raccolsero il sangue del Santo e lo riposero in un'ampolla.
 
San Pantaleone fù cristiano autentico, che non tradì Gesù neppure di fronte alle coercizioni più crudeli dei dominatori del tempo, e che da allora venne proposto, come ora, a modello per la comunità cristiana sparsa nel mondo, non solo è patrono dei Medici ma anche ed è tra i quattordici santi ausiliatori (viene invocato contro le infermità di consunzione).
 
Sotto il dominio Diocleziano morirono diversi santi per questo fu denominato ("l'era dei Martiri") tra cui anche i medici San Cocimo e Damiano, Sebaste d'Armenia, il Vescovo medico Biagio, Papa Marcello e Sebastiano comandante di una delle corti pretoriane; e Gennaro, Vescovo di Benevento, decapitato con sei altri compagni.
 
 
 
 
 
 
 
 

 

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