Motta Filocastro

 

Motta Filocastro, (secondo lo storico nicoterese Adilardi, il nome di questo paese è composto da Motta, Filos e castrum che significa piccolo ma delizioso paese, eretto su un monte e adatto alla difesa), oltre ad essere un bellissimo Borgo Mediovale circa 200 anni fà era sede del Comune..

Sorge sulla cima di una collina a 360 m sul livello del mare, lungo l’antica via Popilia, nel tratto tra Rombiolo e Nicotera.
Le sue origini si crede che appartiene al periodo fra il VII e il V secolo a.C. per opera dei greci di Locri, in epoca magnogreca, altri da Annibale ecc...

In altri documenti, inoltre, si afferma che Motta è stata costruita dagli stessi abitanti di Nicotera dopo che la città fu distrutta dall'emiro Hasan-ibu-Alì (950 d. C.). 

Durante l’Impero Romano era un villaggio ad economia agricolo-pastorale,  nel 946, divenne molto popolato, quando gli abitanti di Nicotera si trasferirono a causa delle terribili incursioni dei Saraceni.

Motta nel' IX  divenne pure insediamento d’eremiti Basiliani, mentre nel' XI i Normanni ne popolavano la zona, il Conte Ruggero con il suo dominio nella città di Mileto fece erigere, a Motta un castello con 12 torri, dove nel 1097 Papa Urbano II lo visitò, venuto in Calabria allo scopo di mettere ordine nelle pratiche della Chiesa, visitò i castelli di Mileto e di Motta Filocastro. 
 

Con il Regno degli Svevi per opera dell' Imperatore Federico II, Motta divenne centro Urbano ricco ed autonomo, la giustizia si narra era amministrata dai Cavalieri del Tocco che si riunivano proprio al Tocco, si narra che qui i cavalieri stabilivano i turni di guardia, oggi è un bellissimo balcone mozzafiato, (abbellito con sedili di marmo fatti venire da Napoli), dove si può ammirare lo stupendo panorama della Piana di Gioia Tauro, le montagne delle Serre e dell’Aspromonte, lo Stretto di Messina, parte della Sicilia e l’ETNA…
 

Nel 1260 a fronte della guerra guelfi e ghibellini le varie famiglie calabresi si schierarono contro gli Svevi, da qui in poi e continuando nel 1266 con gli Angioini, Motta ed in genere il meridione fu teatro di violenti sommosse e povertà.


Furono gli Aragonesi ha portare a Motta una nuova speranza, economica e culturale con l'allevamento del baco da seta...

Nel 1506 e per diversi secoli i Pignatelli duca di Monteleone (vibo valentia) ne continuò questa forma di collaborazione al benessere..

 

Motta alla fine del 1600 era dotato anche di un Ospedale, che serviva ai poveri e ai pellegrini e aveva giurisdizione sui villaggi di Branconi (Caroni), Mandraono (Mandaradoni), San Nicolo (San Nicola), Zimbadi (Limbadi), San Martino, Cassinadi e Mambrici.

Il centro era circondato da mura che ne garantivano ogni difesa, l'entrate da tre grandi porte.

I soldati dei Pignatelli nel 1638 andarano in aiuto alla vicina Nicotera per respingere degli attacchi dei Turchi..

 

Motta nel 1799 fu dichiarato Comune..


Con una legge del 19 gennaio 1807 il re di Napoli Napoleone Bonaparte elevò Limbadi ad Università nel governo di Nicotera.

Anni dopo, Motta, perse l'autonomia di Comune il 1 gennaio 1830 con un decreto emanato dal re delle Due Sicilie Francesco I., con l'annessione dell'ex Regno delle due Sicilie al Regno d'Italia, Motta divenne anch'esso teatro di scontri, a causa delle varie ingiustizie dei Savoia sul meridione, allorché il  brigantaggio impedivano il traffico, effettuando sequestri di persona e uccisioni di possidenti, rendendo impossibile la vita e la coltura delle campagne.

 

La repressione fu dura e spietata: le teste dei briganti uccisi venivano esposte legate su dei pali ed esposte alla porta dell'Olmo porta principale d'entrata di Motta Filocastro.

 

Con il malessere economico e sociale nel 1906 nasce il movimento separatista mottese...al quale si erano associati anche i cittadini di Mandaradoni e San Nicola,  che chiesero ripetutamente alle alte autorità del tempo il giusto provvedimento visto, la perdita dell'Autonomia di Comune, ma nulla purtroppo per loro tornò come prima..

 

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